Per quanto riguarda invece il sesso femminile l’incontinenza urinaria rappresenta sicuramente un capitolo ad elevata importanza sia dal punto di vista medico che sociale e questo disturbo ha un’incidenza molto elevata cioè oltre il 50% delle donne pluripare oltre i 50 anni d’età. Questo disturbo può essere sostenuto da un’alterazione anatomica o da un indebolimento dei muscoli deputati al meccanismo sfinterico. Questa perdita involontaria d’urina, il più delle volte sotto sforzo, è possibile trattarla con una terapia riabilitativa del pavimento pelvico oppure con degli interventi mini-invasivi che danno dei risultati sorprendenti con degenze e convalescenze molto contenute.
Quando alla fine degli anni ’80 si iniziò in Italia l’esercizio della suddetta terapia tutti gli addetti ai lavori erano consci dell’importanza della metodica,ma certamente nessuno poteva immaginare una così ampia diffusione delle tecniche di riabilitazione uro-ginecologiche.
L’intuizione nata oltre oceano è stata dapprima raccolta e sviluppata in Francia interessando successivamente anche il nostro Paese ove un numero sempre più crescente di “addetti ai lavori” ha subito il fascino raccogliendone la sfida operativa culturale. Dal punto di vista uro-ginecologico il trattamento interessa i vari tipi di incontinenza urinaria (stress-urge-mista) e consiste nell’associazione tra stimolazione elettrica funzionale ed una “ginnastica” del pavimento pelvico, entrambe volte a rafforzare aumentando la tonicità ed il trofismo di tutta la muscolatura del pavimento pelvico stesso. Le sedute bi o tri-settimanali della durata di circa 20 minuti ciascuna per cicli di 10-12 sedute sono svolte da una fisioterapista riabilitativa diplomata, sotto diretto controllo del medico responsabile. Alle pazienti viene inoltre offerta la possibilità di un iter diagnostico adeguato ed in tempi brevi (visita uro-ginecologica, pad-test, videourodinamica, cistoscopia, ecc.) ed eventuali altre opzioni terapeutiche più invasive qualora il caso lo rendesse necessario.
È possibile trattare con questa metodica anche l’incontinenza urinaria maschile, in modo particolare quella conseguente ad interventi demolitivi pelvici e conseguenti a resezioni endoscopiche della prostata. I risultati a lungo termine sono estremamente soddisfacenti.
Farmacoterapia
È possibile avere dei buoni risultati con la farmacoterapia solo nell’incontinenza legata ad un’anormale attività vescicale (incontinenza da urgenza). Bisogna tuttavia essere sicuri che si tratti di una forma primitiva e non sia associata ad altre forme d’incontinenza (es. incontinenza da sforzo). Per le altre forme la terapia farmacologica ha una modesta efficacia per lo piu trascurabile in rapporto al sintomo accusato.
Iniezioni trans-uretrali sottomucose per via endoscopica
Grazie ai progressi della biotecnologia è possibile avere a disposizione oggi, delle sostanze inerti anallergiche che iniettate vicino allo sfintere uretrale, aumentando le resistenze, danno a quest’ultimo la forza necessaria per ripristinare il meccanismo della continenza.
ACT e pro ACT (Adjustable Continence Therapy)
Questi dispositivi impiantabili e permanenti sono stati progettati per la correzione della incontinenza urinaria femminile (ACT) e maschile (pro ACT) ribelle ad altri trattamenti precedentemente eseguiti.
Queste protesi consistono in due palloncini in silicone espandibili posizionati ai lati della Uretra e gonfiabili fino ad ottenere il risultato desiderato. E’ un intervento mini invasivo eseguibile con 48 ore di ricovero in anestesia loco regionale.
Interventi di “Sling” (TVT-TOT)
“Sling” vuoi dire fionda, ed, in effetti, questo tipo di intervento consiste nel posizionare, con un intervento chirurgico eseguito per via combinata addominale e vaginale, una benderella (di materiale autologo o eterologo) sotto l’uretra.
Tale intervento può essere ipercorrettivo, cioè far si che le pazienti possano avere inizialmente difficoltà ad urinare.
In tal caso sarà necessario un’autocateterizzazione periodica fino a quando la minzione non riprenderà spontaneamente.
Questo tipo di interventi, al giorno d’oggi, vengono eseguiti senza grossi rischi e con poci giorni di ricovero. L’anestesia è loco-regionale, i risultati sono buoni e duraturi.
Interventi di chirurgia maggiore per via addominale o vaginale.
Tali interventi vengono riservati ai casi più complessi, recidivi o presentanti come anzidetto, la combinazione di più difetti della statica pelvica (rettoceli, cistoceli marcati, enteroceli ecc.) non correggibili in modo affidabile con le tecniche anzidette.
In alcuni di questi casi è possibile anche l’intervento combinato di urologo e ginecologo, qualora l’incontinenza sia associata e patologa dell’apparato riproduttivo femminile (utero e/o ovaie).